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Emissione Cartiera di Ferrara: intervista al gestore

Ex cartiera del Gruppo Burgo e rilevata nel 1985 dall’Ing. Giulio Spinoglio, Cartiera di Ferrara è leader a livello internazionale nella produzione di cartone di qualità impiegato prevalentemente nella realizzazione di tubi a uso industriale ma anche nel settore alimentare e dell’editoria.  Con il supporto di Banca Mediolanum in qualità di advisor, Cartiera di Ferrara ha ricercato in Anthilia un partner finanziario che potesse, tramite un’emissione obbligazionaria, supportarne il piano di sviluppo. Il progetto includeva investimenti volti al potenziamento della capacità produttiva – tramite ampliamento dei capannoni, acquisto di nuove attrezzature e realizzazione di una nuova linea di produzione – e della struttura organizzativa e commerciale a supporto dell’export. Anthilia, al termine del proprio processo di analisi e due diligence, ha sottoscritto un importo pari a € 6 milioni con durata 6 anni, tasso del 6% e un profilo di rimborso amortizing. L’emissione è assistita dalla garanzia del Fondo Centrale di Garanzia istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico, volto a favorire l’accesso al credito per le PMI italiane.

Alessandro Campo, Senior Investment Manager di Anthilia, approfondisce alcuni aspetti dell’operazione.

Quali sono state le criticità e i fattori di rischio che avete individuato analizzando l’azienda?

Il settore in cui opera Cartiera di Ferrara è capital intensive, con un andamento legato all’evoluzione della domanda (solitamente molto congiunturale), che con riferimento alle specialità dell’azienda si è rivelata nel tempo piuttosto costante. A livello di business vanno poi considerate le incertezze legate alla competitività esistente sui mercati esteri, sebbene decisamente minore con riferimento ai cartoni speciali ad uso industriale. Un’azienda come Cartiera di Ferrara deve inoltre adottare tecniche produttive votate alla qualità e garantire un servizio post vendita impeccabile, , al fine di mantenere elevato il proprio livello reputazionale e fidelizzare la clientela. Sul piano economico, la marginalità dell’azienda, pur elevata, è determinata da ordinativi di grandi volumi, mentre una certa rigidità della struttura dei costi viene mitigata dalla poca volatilità dei prezzi della materia prima, ovvero sia della carta da macero.

Quali, invece, i punti di forza che vi hanno convinto a portare avanti l’operazione?

L’azienda è attiva da anni in un settore a elevata specializzazione con risultati di crescita considerevoli, sia sul piano operativo e commerciale che sul piano economico e finanziario. Il grado di expertise del management è elemento distintivo della capacità del gruppo di posizionarsi sul mercato in modo competitivo, anche in virtù del comparto di specializzazione selezionato e del previsto incremento di capacità produttiva che rafforzerà il posizionamento strategico del brand. Cartiera di Ferrara produce solo cartone di qualità ed è diventata in breve tempo uno dei pochi produttori al mondo per questa tipologia di specializzazione. Il mercato di sbocco è composto da grandi produttori e trasformatori di cartoni, acquirenti di grandi volumi con una periodicità costante, in gran parte rappresentante una clientela qualificata e fidelizzata – che comprende anche colossi multinazionali, senza tuttavia alcun fenomeno rilevante di dipendenza o concentrazione – interessata anche ai servizi di assistenza nella produzione di tubi ad uso industriale. La società è poi particolarmente votata all’internazionalizzazione, esportando in Europa e in paesi extra UE circa l’80% del cartone prodotto, mentre la produzione di tubi è destinata esclusivamente al mercato domestico, in virtù di relazioni commerciali vincenti e consolidate. Si rileva infine una efficiente concentrazione dei processi produttivi: l’intera produzione avviene all’interno di un unico stabilimento diviso in due reparti, dotato di asset di auto-generazione energetica (turbina a gas e fotovoltaico) che riducono sensibilmente i consumi di energia.

L’emissione è stata sottoscritta dal fondo Anthilia BIT III, portando l’ammontare complessivamente investito dai fondi Anthilia a € 256 milioni; è inoltre la prima ad essere assistita da garanzia del Fondo di Garanzia istituito dal Ministero dello Sviluppo Economico per favorire l’accesso al credito per le PMI italiane.

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