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Emissione Brazzale: intervista al gestore

Fondata nel 1967 dall’omonima famiglia e attiva da otto generazioni, Brazzale rappresenta oggi la più antica azienda del settore caseario in Italia. Con sei impianti produttivi tra Italia, Repubblica Ceca e Brasile, Brazzale esporta circa il 36% del proprio fatturato in oltre 54 Paesi. Anthilia, al termine del proprio processo di analisi e due diligence, ha deliberato la sottoscrizione di un importo complessivo pari a € 8 milioni – da erogare in due tranche, la seconda entro giugno – con durata 7 anni ed un profilo di rimborso amortizing.

Alessandro Campo, Senior Investment Manager di Anthilia, approfondisce alcuni aspetti dell’operazione.

Quali sono stati i fattori di rischio che avete individuato analizzando l’azienda, anche alla luce dell’attuale emergenza sanitaria?

All’inizio, l’emergenza Covid-19 ci ha fatto esitare. Tuttavia, i prodotti Brazzale appartengono interamente alla filiera agro-alimentare su cui non vige alcuna restrizione – anche alla luce dei decreti governativi di blocco e/o limitazione delle attività su tutto il territorio nazionale – sia a livello logistico che distributivo. La diffusione del Covid-19 non ha dunque avuto impatti quali-quantitativi sulle attività del Gruppo, le cui vendite – anche all’estero, soprattutto in Repubblica Ceca, Germania, Olanda, Grecia, Spagna – sono stabili o in crescita rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Un eventuale acutizzarsi della crisi potrebbe incidere sulle quote export provenienti da altre aree geografiche, trattandosi comunque di valori dall’incidenza marginale sul fatturato complessivo. Sul profilo operativo, tutte le attività del gruppo si stanno svolgendo regolarmente, salva ovviamente l’introduzione di cautele e presidi volti a minimizzare i rischi di contagio. Quanto alle peculiarità del business, il settore è capital intensive, fortemente legato al know-how produttivo, all’avanzamento tecnologico e alla presa commerciale sulla GDO, tutti aspetti storicamente “presidiati” dal gruppo Brazzale. Le incertezze che incidono sul market risk sono di entità media, legate ad aspetti congiunturali (abitudini alimentari) e ad eventuali politiche protezionistiche dei singoli Paesi. Sul piano finanziario, il fatto che le dinamiche di capitale circolante siano piuttosto impegnative, anche per effetto dei tempi medi di stagionatura in magazzino dei prodotti di punta, e contribuiscano a tenere elevato l’indebitamento medio aziendale, viene controbilanciato da un significativo valore dell’attivo fisso.

Quali, invece, i punti di forza che hanno convinto il team a sottoscrivere l’emissione?

Il Gruppo ha da sempre improntato la creazione delle proprie filiere su efficienza, eco-sostenibilità e controllo della qualità dei processi e del prodotti. Le pratiche agricole e zootecniche presenti in Repubblica Ceca con la supervisione dei tecnici caseari italiani hanno permesso al gruppo di sviluppare dinamiche di approvvigionamento altamente competitive e filiere produttive ispirate al “mangiar sano” nel pieno rispetto della tradizione italiana. Con il Gran Moravia l’azienda occupa stabilmente un importante quota di mercato nel settore del formaggio grana, mantenendo una qualifica originale e distinguendosi dal rigido modello DOP italiano. Nel contempo, ha consolidato un portafoglio prodotti diversificato e caratterizzato anche da altre specialità italiane note in tutto il mondo. Gli elevati standard qualitativi e l’integrazione a monte della filiera garantiscono efficienze di costo funzionali alla strategia di sviluppo ed alla valorizzazione dei marchi propri. Negli ultimi anni, considerate le potenzialità offerte dai mercati all’estero, il gruppo ha deciso strategicamente di rivolgere i propri sforzi commerciali al consolidamento reputazionale dei propri brand con finalità di incremento dell’export. Gli investimenti previsti dal Piano Industriale per il 2020 consentiranno di migliorare il processo produttivo per la più importante linea di prodotto in portafoglio, consolidando ulteriormente la propria quota di mercato e migliorando nel contempo i margini operativi con una stabilità di lungo periodo.

L’emissione è stata sottoscritta dai fondi Anthilia BIT III e Anthilia BIT IV Co-Investment Fund, portando l’ammontare complessivamente investito dai fondi Anthilia a oltre € 318 milioni.

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