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Fine del rally azionario?

Nel corso dell’ultimo mese, a partire da metà maggio, sui mercati azionari abbiamo assistito ad un ulteriore recupero dei principali indici a livello globale.

Questa seconda fase del rally però, diversamente dalla prima, è stata prevalentemente trainata dai titoli che fino ad allora erano rimasti indietro, ancorati a valutazioni particolarmente contenute ed attraenti. Durante tale fase si è verificato un importante processo di rotazione a favore dei titoli value e ciclici (finanziari, industriali, materials e energy) a discapito dei titoli preferiti nella “fase uno” come quelli tecnologici e farmaceutici, oltre che a favore delle small cap in generale. Come si intuisce dalle rotazioni appena descritte, il mercato sembrava abbastanza ottimista riguardo alla ripresa economica e sulla capacità delle autorità di favorirla (banche centrali e governi) e stimolarla grazie alle diverse misure espansive messe in campo.

Tuttavia a partire dalla settimana scorsa, qualcosa sembra essere cambiato. Tale processo di rotazione pare essersi infatti fermato e invertito nuovamente, mentre il mercato è tornato a guardare al futuro con occhi decisamente più critici. Lo spartiacque è stata la riunione della FED di giovedì scorso, anche se di certo non si può attribuire ad essa la colpa della recente inversione del sentiment, poiché è rimasta ampiamente espansiva. Semplicemente il mercato, in seguito ad un FOMC (Federal Open Market Committee) in cui non sono state annunciate ulteriori misure espansive, ha cambiato focus tornando a concentrarsi su:

  • Prospettive macro e sulla view particolarmente cauta più volte espressa dalla FED (e non solo), risollevando qualche dubbio relativamente alle tempistiche ed alla forza della ripresa economica;
  • Numero dei contagi che rimane ancora elevato in molti paesi emergenti e aumento dei casi Covid negli USA ed in Asia, provocando timori per una possibile seconda ondata di contagi.

Per capire meglio la repentina inversione del sentiment e dei mercati, va poi ricordato anche come gran parte di questo ultimo rally sia stato prevalentemente dettato e trainato dagli investitori retail, la cui attività sui mercati finanziari durante questo periodo ha raggiunto livelli record. A prova di questo, basti pensare che, da inizio emergenza a fine maggio, erano oltre 800.000 i nuovi conti di tranding online aperti negli US presso le principali case di brokeraggio e che, secondo quanto emerso, gran parte degli scommettitori sportivi abituali, impossibilitati dal Covid, si sarebbero dedicati al trading. Inutile dire che questa nuova marea di investitori ha sostanzialmente comprato di tutto, scommettendo in primis sui titoli fino ad allora maggiormente penalizzati e alimentando così l’ultima parte del rally in questione. Durante questa fase, il numero di opzioni call acquistate (oltre 12 mln a fine maggio, 4 volte i livelli medi del 2019) ha raggiunto livelli record mentre il rapporto tra opzioni put e call aperte ha toccato livelli storicamente molto bassi.

Questo aspetto peculiare dell’ultimo rally risulta particolarmente importante, non solo per capire cosa ci sia esattamente dietro al rialzo, ma anche, e soprattutto, per capire e saper leggere ciò che potrebbe accadere sui mercati nelle prossime settimane. Laddove infatti la recente inversione della rotazione sopra descritta dovesse proseguire ed intensificarsi, il rischio è che un aumento delle pressioni in vendita sugli indici faccia “scattare” le stop loss e le margin call con la conseguente chiusura forzata di un importante ammontare di posizioni retail. Inoltre, gli investitori retail non sono certo noti per la propria resilienza di fronte ad avvenimenti sfavorevoli e il rischio che si ricada nel panico con un de risking generalizzato esiste.

Ad ogni modo capire se il recente cambio di sentiment comporterà ulteriori cali dei listini è, come sempre, difficile da prevedere. Certo è che il mercato è tornato e continuerà a guardare con attenzione ai dati macro e a quelli relativi ai contagi e che il recente rally non si basa di certo sulle più solide fondamenta possibili.