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Boom di Opa per le Small Cap: intervista a Paolo Rizzo

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Cosa fareste se la casa di cui pagate l’affitto nel centro di Milano fosse improvvisamente valorizzata a 1.000 euro al metro quadro? Con tutta probabilità vi affrettereste a comprarla. È quello che sta accadendo al comparto delle Small Cap italiane, per nulla immune agli effetti della situazione economico-finanziaria che ha caratterizzato il Paese durante l’anno appena concluso. Nel 2018 l’indice FTSE Italia Small Cap ha registrato un calo del 26%, riassorbendo interamente la crescita record dell’anno precedente e portando il capitale delle PMI quotate a valori talmente bassi da renderne conveniente l’acquisto. Un’occasione colta sia da grandi player internazionali che dalle stesse famiglie proprietarie che qualche anno prima si erano fatte promotrici della quotazione in Borsa.

È il caso di Nice, Damiani e Smre, protagoniste delle tre Offerte pubbliche di acquisto susseguitesi nelle ultime settimane. Ne approfondisce le dinamiche Paolo Rizzo, gestore del fondo Anthilia Small Cap.

Tre Opa in meno di dieci giorni. Come si spiega?

Nel corso del 2018 le quotazioni delle società di piccole dimensioni sono crollate, e con esse i multipli di mercato: il P/E medio è sceso sotto il 10, l’EV/Ebitda medio non ha raggiunto il 6. Ne sono derivate valutazioni estremamente contenute, società sottostimate e per questo interessanti agli occhi di potenziali acquirenti. Al punto che in ben due casi le famiglie proprietarie hanno deciso di riacquistare il capitale quotato optando per un completo delisting.

È il caso di Nice.

Il vantaggio del delisting è in questo caso più che evidente. Il 21 dicembre Nice Group ha acquisito il 2,47% del capitale di Nice S.p.A., arrivando a una partecipazione complessiva del 90,07%. Il che fa scattare l’obbligo di Opa residuale sul restante 9,93% del capitale, il cui acquisto è previsto a 3,50 euro ad azione. Questo prezzo non solo incorpora un premio del 45% rispetto alla quotazione precedente, ma risulta per di più a sconto del 40% rispetto al prezzo a cui era stata quotata, nel maggio 2006. Se si considera poi la crescita aziendale registrata nell’arco dei 12 anni trascorsi, è evidente che per la proprietà sia stato un affare sotto ogni punto di vista.

Nice esce anche dal portafoglio di Anthilia Small Cap.

L’abbiamo acquistata perché è sempre stata un’azienda solida: il settore in cui opera, l’Home Automation, oltre che essere in forte crescita, è oligopolistico: in Europa sono quattro gli operatori influenti, di cui tre italiani, in grado di fissare i prezzi. Tuttavia le piccole dimensioni dell’azienda, qualche carenza comunicativa tra la proprietà e il mercato e l’assenza di analisti che la seguissero adeguatamente hanno portato il titolo a essere sottovalutato, anche nel periodo roseo per le Small Cap. Il crollo del titolo a 2,40 euro dell’ultimo anno è stato evidentemente il fattore scatenante a spingere la famiglia al riacquisto.

Simile il caso di Damiani, seppur non presente in portafoglio.

A fine dicembre la famiglia Damiani ha annunciato l’Opa sul 16,74% del capitale per il tramite di Leading Jewels, holding lussemburghese di loro proprietà. Anche in questo caso il prezzo, 0,855 euro ad azione, include un premio del 5% sulla quotazione precedente l’annuncio. In caso di adesione totale, il controvalore complessivo sarà di 11,8 milioni, a cui la famiglia intende far fronte ricorrendo interamente a mezzi propri. Le ragioni del delisting sono le stesse: la società era pressoché stabile, i multipli molto bassi, il flottante esiguo, la performance in Borsa non entusiasmante – Damiani ha perso il 10% subito dopo essersi quotata nel 2007 e non è mai tornata al prezzo dell’Ipo – e, come per Nice, è sempre mancato un team di analisti che la seguisse, permettendole di sfruttare adeguatamente il mercato e di instaurare un rapporto costruttivo con gli investitori.

Differente il caso di Smre, altro fiore all’occhiello del portafoglio Small Cap.

Il fondatore di Smre, Samuele Mazzini, Presidente e AD della società, è sempre stato un visionario. Partendo dalla carpenteria del padre ha costruito un’azienda che realizzava macchine speciali per l’industria, fatturando 15 milioni. Nel 2000 diversifica il business, progetta e brevetta il motore elettrico trifase monoalbero grazie al quale stringe accordi con colossi come Isuzu, Rotax e Ducato, trovandosi in una situazione peculiare: aveva a disposizione un prodotto e una tecnologia unici, ma mancava la forza finanziaria per sostenere gli investimenti produttivi. L’americana SolarEdge, gigante della smart energy da 1,7 miliardi di capitalizzazione, ha colto il potenziale tecnologico e acquisito il 51,48% dai tre soci MTI Holding, Gabriele Amati e Giampaolo Giammarioli al prezzo di 6 euro ad azione, pagati per metà in contanti e per metà in azioni SolarEdge. Sul resto del capitale è prevista un’Opa allo stesso prezzo, il che è accettabile dal punto di vista della proprietà, che diventa azionista SolarEdge, ma sfavorevole per il mercato, poiché realizzata a prezzi troppo bassi. Qualora l’Opa non incontrasse completa adesione, la società rimarrebbe in parte quotata, il che, in virtù della presenza di un partner strategico di elevato standing, potrebbe portarla a una significativa ripresa.

Ci si può aspettare che questa ondata di Opa continui?

In Italia il crollo delle quotazioni è stato più pesante per via della situazione Paese e delle incertezze derivanti dal nuovo governo: è pertanto più che probabile che la convenienza a uscire dal mercato coinvolga altre aziende, anche di dimensioni più grandi. Va detto però che, ad oggi, i multipli sono talmente contenuti che i venditori scarseggiano, e sarebbe difficile quindi registrare un’ulteriore contrazione. Qualora la fase ribassista delle Small Cap si concluda, il potenziale di rialzo sarebbe notevole: attualmente ci si trova in una situazione di trade-off tra rischio e rendimento, fortemente sbilanciata a favore del rendimento.

C’è qualcuno che ci perde?

Gli azionisti di minoranza, soprattutto in casi come Nice e Damiani. L’adesione completa a un’Opa è dimostrazione della sua bontà, della riduzione dei multipli e dell’effettiva convenienza per la proprietà a rientrare in possesso del capitale. Tuttavia gli azionisti di minoranza si trovano costretti ad accettare un’offerta che può rivelarsi svantaggiosa, sia per il prezzo particolarmente ridotto sia perché preclusi dal beneficiare di un probabile rialzo nel medio termine.


Descrizione delle aziende

DAMIANI

Damiani S.p.A. è una società italiana fondata a Valenza Po nel 1924, e guidata oggi dalla terza generazione, leader nel mercato italiano della produzione e commercializzazione di gioielli e di orologi di lusso. Il gruppo controlla il marchio omonimo e i marchi Salvini, Alfieri & St. John, Bliss, Calderoni e Rocca 1794. Dal 2007 è quotata alla Borsa Italiana dove è presente nell’indice FTSE Italia Small Cap. Damiani è l’unica azienda al mondo ad aver ricevuto 18 Diamonds International Awards, l’Oscar Mondiale della Gioielleria. Nel 2018 la società controlla 63 punti vendita diretti nel mondo e 16 negozi in franchising, ubicati nelle vie più esclusive delle principali città.

SMRE

S.M.R.E. è una società italiana fondata a Montone (PG) nel 1999, e dal 2016 quotata su AIM Italia, nata dall’intuizione di Samuele Mazzini, come conseguenza della sua lunga esperienza nel campo della progettazione e sviluppo di macchine industriali dalla forte componente tecnologica. L’azienda è composta da due settori: il primo è il settore dell’”Automation”, che consiste nell’attività di progettazione e realizzazione di macchine industriali per il taglio e la lavorazione di diversi materiali; il secondo settore è quello della “Green Mobility”, che consiste nell’attività di progettazione e realizzazione di KIT di elettrificazione per veicoli a due, tre e quattro ruote con power-train proprietari che dopo un’intensa attività di ricerca hanno portato allo sviluppo di soluzioni tecnologiche uniche, perfetto connubio tra innovazione e tecnica produttiva.

NICE

La Nice S.p.A. è un’azienda italiana fondata a Oderzo (TV) nel 1993 operante nel settore della domotica e quotata dal 2006 alla Borsa di Milano negli indici FTSE Italia Small Cap e FTSE Italia STAR. Nice è l’azienda di riferimento internazionale nel settore dell’Home Automation, Home Security e Smart Home con un’ampia offerta di soluzioni integrate per l’automazione di cancelli, garage, sistemi per schermature solari, sistemi di parcheggio, sistemi di allarme wireless e home security, per applicazioni residenziali, commerciali e industriali. Il Gruppo ha avviato un percorso strategico di espansione geografica ed ampliamento del proprio portafoglio prodotti e di piattaforme connesse per offrire un’ampia scelta customizzabile e facilità d’uso per l’utente finale. I prodotti Nice, caratterizzati per coniugare innovazione tecnologica e design, sono esportati in più di 100 paesi, realizzando all’estero oltre il 90% dei ricavi del Gruppo.