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Il Sole 24 Ore PLUS
Intervista a Andrea Cuturi, Partner e CIO di Anthilia Sgr: 200 punti base di spread in più lasciano il Cet1 sopra il 10,5%.
Come per un film già visto, l’esplosione dello spread BTp Bund verso area 300 ha penalizzato i titoli finanziari a Piazza Affari. L’indice settoriale Ftse Italia banche perde circa il 30% dal top di maggio e dopo le vendite seguite alla presentazione dell’aggiornamento del Def da parte del Governo è tornato sui minimi di agosto. Vendite pesanti e indistinte: il timore è che il deprezzamento dei BTp in pancia degli stessi istituti possa indebolire la solidità patrimoniale. Gli esperti sottolineano che il balzo dello spread al momento non è una minaccia tale da far emergere la necessità di nuove iniezioni di capitale. "Le banche italiane – spiega Andrea Cuturi, chief investment officer di Anthilia Capital Partners – hanno ridotto del 9% annuo l’esposizione in titoli di Stato italiani, che rimane comunque rilevante e vale il 144% del loro patrimonio, con distinzioni molto nette tra banca e banca. Detto questo, in termini di patrimonializzazione l’indicatore Cet1 si attesta mediamente al 12,4% ben sopra il 10,5% indicato come livello di guardia. Se lo spread sale di 200 punti base su base annualizzata il Cet1 scende all’11,7%. L’ipotesi di aumenti di capitale soltanto per colpa dei BTp è lontanissima". Ma il mercato adesso sta scontando che la tensione abbia ricadute concrete sull’economia, con un rallentamento dei crediti, un aumento di quelli in sofferenza e un peggioramento dei bilanci bancari. "Fare valutazioni sui fondamentali in questa fase – conclude Cuturi – ha poco senso, perché il mercato non fa troppe distinzioni. Le tensioni italiane hanno contagiato l’intero comparto bancario europeo". Il panorama è in evoluzione. Molto dipenderà dalla futura manovra e tra le misure si parla anche di interventi sugli interessi passivi degli istituti.
