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Azionario 2019: i fattori di crescita

Dall’inizio dell’anno il mercato azionario italiano si è apprezzato del 19,2% (FTSE MIB), l’indice delle MID CAP del 14,2% (FTSE Italia MID CAP) mentre l’indice delle Small Cap del 15,4% (FTSE Small Cap Index).

Il consistente rialzo osservato è da leggere come una reazione all’eccessiva correzione degli ultimi due mesi dello scorso anno.

Alla fine del 2018, infatti, il mercato ha subito significativi ribassi, sulla scia di due fattori:

  • timori di un rallentamento economico cinese dovuto alla dinamica congiunturale interna e alla “Trade War” in atto con gli USA;
  • una politica monetaria troppo restrittiva della FED.

Queste due cause hanno innescato un ribasso dei mercati azionari globali, accelerato dagli algoritmi di trading e dai riscatti sui fondi passivi.

Nel corso delle prime settimane del 2019 la FED ha rilasciato messaggi più distensivi sulle aspettative di politica monetaria e anche relativamente alla riduzione del bilancio della banca centrale stessa.

La guerra commerciale tra USA e Cina sembra avviata ad una soluzione di compromesso ed il governo cinese ha approvato delle manovre fiscali e di bilancio espansive con impatto positivo sull’economia.

L’ipervenduto raggiunto dai mercati a fine anno scorso ed il ridimensionamento dei timori alla base del pessimismo del 2018 hanno guidato al rialzo i mercati nel primo trimestre dell’anno.

La scadenza del 29 marzo per la Brexit è stata rinviata prima al 12 aprile e poi al 31 ottobre, disinnescando così nel breve i timori sui possibili impatti che un “hard Brexit” avrebbe avuto sull’economia UK e sull’area Euro in generale. L’evidente opposizione di tutte le parti in causa verso una “hard Brexit” alimenta fiducia in una soluzione non traumatica.

La situazione dei conti pubblici italiani rimane sotto osservazione ed il prossimo DEF dovrà da un lato disinnescare le clausole di salvaguardia che comporterebbero un aumento di 3 punti dell’IVA (25 mld € di fabbisogno) con un impatto negativo sull’economia italiana, dall’altro trovare le coperture per il maggior fabbisogno generato dalla minore crescita economica dell’Italia nel 2019 (8 mld €).

Il compito del governo italiano non è dei più facili mentre l’attenzione dei mercati si concentra sulla crescita economica e sul fatturato delle aziende.

Considerando il quadro che caratterizza le aspettative di crescita economica italiana, concentrare il portafoglio sulle aziende ”export-oriented” riteniamo sia la scelta da preferire.

La crescita economica mondiale, in particolar modo quella cinese, che in questo frangente è la vera forza motrice del mondo sviluppato, sarà quindi uno dei fattori determinanti delle performance dei mercati azionari nel corso dell’anno.

Per il 2019 i mercati sono favoriti dalla politica espansiva delle Banche Centrali che continuano a immettere liquidità nel sistema finanziario e dalle revisioni al ribasso delle stime sia macro che micro fatte dagli analisti a inizio anno.

Se la crescita economica dovesse essere superiore alle stime potremo attenderci un trend crescente dei mercati per tutto il 2019, in caso contrario avremo una correzione resa meno drammatica dalla liquidità immessa dalle Banche Centrali.

Nel breve, attendiamo i risultati aziendali del primo trimestre 2019 che potranno fornire una prima risposta concreta sullo stato di salute dell’economia italiana e mondiale.