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Un’edizione particolare a causa della pandemia quella del forum dei gestori 2020. Un forum a distanza, ma che comunque ha rispettato il 25esimo appuntamento con gli asset manager. Anche se da lontano, gli esperti si sono confrontati sui grandi temi lasciati in eredità da questo funesto 2020, aprendo lo sguardo sul 2021 che dovrebbe avere i presupposti per essere migliore, si spera.
II 2021 è l’anno dell’attesa ripresa economica dopo la crisi dovuta al coronavirus e dovrebbe segnare il rimbalzo dei settori più ciclici, legati al ritorno dei profitti aziendali in un mondo che si rimette in moto.
Ciò non togli che le tendenze acclarate dalla pandemia siano strutturali, perché l’innovazione dei prodotti e delle esperienze di consumo non sono destinate a sparire, tutt’altro. Piuttosto, si tratterà di selezionare le aziende, facendo attenzione alle valutazioni, e magari, scegliendo società finora oscurate dai nomi più noti. Almeno così suggeriscono i gestori.
Secondo Andrea Cuturi, chief investment officer di Anthilia Capital Partners, il settore della tecnologia è interessante soprattutto in Europa, sia per le prospettive sia per le valutazioni, mentre la cautela è d’obbligo per le quotazioni raggiunte dal c o m p a r t o negli Stati Uniti. Tra i titoli preferiti d a Anthilia ci sono l’azienda olandese di semiconduttori Asmi, la tedesca Sap specializzata nei software di gestione aziendale, il gruppo multinazionale Siemens, la società attiva nei servizi internet Prosus Nv quotata ad Amsterdam. Grazie alla normalizzazione dei consumi, invece, Cuturi segnala il colosso del lusso Lvmh e la chimica Linde.
Anche Piazza Affari si prepara al riscatto, insieme alle altre Borse europee.
Il pendolo della borsa italiana è invece il settore bancario, stretto nella morsa tra tassi di interesse bassi e limiti alla distribuzione dei dividendi, da un lato, e le potenzialità date dal consolidamento del settore, dall’altro. Secondo Andrea Cuturi di Anthilia il mercato azionario italiano sentirà la forte esposizione al settore bancario: «È ostaggio di questioni ancora da risolvere, una su tutte il Monte Paschi, ma anche le aggregazioni innescate dalla operazione Intesa – Ubi. Le forti limitazioni legate alla patrimonializzazione, alla mancata possibilità di distribuire dividendi del riacquisto azioni peseranno sul settore».
