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Kick-bond e dintorni: tutte le emissioni obbligazionarie delle squadre di calcio

La scorsa settimana Juventus FC S.p.A. ha effettuato la sua prima emissione obbligazionaria: un bond senior unsecured non convertibile e privo di rating da 175 milioni di euro, al tasso fisso del 3,375%. La modalità di rimborso è bullet, con scadenza il 19 febbraio 2024. Il mercato ha accolto favorevolmente la notizia, registrando ordini superiori a 250 milioni provenienti da investitori istituzionali in Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Singapore e Hong Kong con tagli tra 5 e 35 milioni di euro, portando così la società ad ampliare la size originariamente prevista pari a 150 milioni. Collocato da Morgan Stanley con il supporto di UBI Banca, il bond è quotato alla Borsa di Dublino, prima piazza mondiale per il mercato obbligazionario regolamentato. La ratio dell’emissione risiede nella volontà di diversificare le fonti di approvvigionamento ma soprattutto di prorogare la scadenza del debito finanziario, che a giugno 2018 aveva toccato i 310 milioni di euro (rispetto ai 162 dell’anno precedente), per quasi il 60% di natura bancaria e di cui oltre 50 milioni a breve termine.

Nonostante il tasso cedolare rappresenti un record in termini di convenienza, la Vecchia Signora non è certo pioniera in questo campo. A fine 2017 l’Inter decise di sfruttare la solidità emanata dalla nuova proprietà cinese per raccogliere 300 milioni di euro (con domande pari al doppio dell’offerta) al 4,875% da una cerchia di investitori istituzionali. Il bond, quotato a Vienna e Lussemburgo e volto principalmente al rifinanziamento del debito bancario, è senior secured – garantito da asset della società emittente, Inter Media and Communication – e prevede un ammortamento non lineare in cinque anni.

Qualche mese prima, a metà 2017, era stato il Milan a emettere due bond: un totale di 128 milioni al 7,7% con scadenza a un anno e mezzo. Quotati a Vienna e interamente sottoscritti dal fondo Elliot, i bond erano volti in parte a rimpolpare la cassa in vista di nuove operazioni di calciomercato e in parte a estinguere il finanziamento ricevuto dalla capogruppo lussemburghese nell’ambito delle trattative per il cambio di proprietà. In virtù del rimborso anticipato integrale dei due bond avvenuto a fine settembre – nonché della ritrovata fiducia da parte del sistema bancario, con il quale il Milan sta trattando nuove linee di credito e factoring – durante il CdA di fine anno il Milan pare aver discusso la possibilità di una nuova emissione obbligazionaria.

La Roma potrebbe accodarsi alla virtuosa tendenza: il presidente Pallotta avrebbe raggiunto un accordo da 100 milioni di euro per l’acquisto dei terreni sui quali dovrebbe sorgere il nuovo stadio. Un importo che, alla luce delle strette relazioni con Goldman Sachs, già creditrice della Magica per 230 milioni al 7%, non è escluso possa essere finanziato tramite emissione obbligazionaria.

Seppur in forma e misura diverse, anche le piccole di serie A (e non solo) hanno iniziato a vedere di buon grado l’utilizzo di questo strumento finanziario.

Da fine 2017 sono infatti attive almeno due piattaforme – KickOffers e Tifosy – attraverso le quali qualsiasi sostenitore o appassionato – persone fisiche dunque, non investitori qualificati – può finanziare una squadra di calcio sottoscrivendo una tranche – anche molto ridotta – della sua emissione obbligazionaria. A seconda della piattaforma utilizzata per l’emissione, gli strumenti  possono essere vincolati per l’intera durata del prestito oppure quotati, con conseguente possibilità di scambiarli dando luogo a un vero e proprio trading borsistico. La peculiarità è il rendimento: se Tifosy ha scelto di applicare un tasso fisso, i bond di KickOffers presentano un rendimento variabile, strettamente dipendente dalle performance settimanali della squadra e del cosiddetto “relevant player” in termini di gol, assist, cartellini ed eventuali cessioni durante campionato e coppa Italia.

Ad aprire le danze è stato il Chievo Verona, che ha emesso 3 milioni di euro di “kick-bond” sulla piattaforma KickOffers: tagli da 100 a 5.000 euro, quotazione sul mercato maltese, durata massima 5 anni e rendimento legato a Valter Birsa in qualità di giocatore principale. Non è andato tutto come previsto: a fine agosto 2018 il Chievo ha deciso rimborsare l’intero importo dell’emissione in virtù di un dichiarato timore per l’incertezza sui mercati finanziari, seppur la tesi più plausibile resti tuttavia l’allora imminente avvio del processo per plusvalenze fittizie davanti al tribunale federale nazionale.

Diversa sorte per Frosinone e Pescara, che hanno collocato con successo due bond retail sulla piattaforma Tifosy per 1,5 e 2,4 milioni di euro rispettivamente, valori entrambi superiori alla raccolta minima inizialmente prefissata. Nessuna quotazione e rendimento fisso dell’8%, di cui il 5% in contanti e il 3% in crediti dei club spendibili per l’acquisto di abbonamenti, biglietti singoli o merchandising.

Ad oggi nessun’altra squadra pare essere in lizza per l’indebitamento retail. Seppur la recente emissione juventina potrebbe far tornare in auge l’utilizzo dell’emissione obbligazionaria tra le società calcistiche, in molti hanno criticato il consapevole far leva sulla componente emotiva della fede calcistica – nonché sull’idea di “investire” nei progetti della propria squadra – attirando una fetta di pubblico totalmente priva delle competenze necessarie a valutare i rischi insiti nella sottoscrizione. 

 «Bisogna distinguere tra le due tipologie di emittenti» commenta Markus Ratzinger, Partner di Anthilia e gestore responsabile dei fondi Anthilia White e Anthilia Yellow. «Le squadre più grandi sono vere e proprie aziende, spesso possedute da investitori finanziari e gestite con lo scopo primario di produrre utili. Le emissioni obbligazionarie di queste società rappresentano quindi un classico investimento finanziario. Le squadre più piccole, invece, sono spesso gestite da proprietari “tifosi”, per i quali il successo sportivo è del tutto prioritario rispetto alla gestione finanziaria. Si assumono il rischio di investire nella squadra in senso calcistico – acquistando giocatori auspicabilmente in grado di migliorare le prestazioni del team – senza necessariamente cercare di incrementare gli incassi per giustificare la spesa. La salute finanziaria di queste società – e di conseguenza il loro grado di rischiosità – è difficile da valutare, pertanto si tratta di investimenti che sarebbe meglio evitare. I bond con rendimento variabile in funzione dell’andamento sportivo non si possono considerare un investimento finanziario ma una scommessa, che va trattata come tale».

Fa eco Giuseppe Sersale, Partner e fund manager di Anthilia Blue: «In linea generale, il business delle squadre di calcio mi è sempre sembrato troppo opaco perché i rendimenti compensino i rischi assunti. Sicuramente l’investimento in azioni od obbligazioni delle squadre di calcio contempla una componente emotiva, difficile da quantificare ma sempre presente in varia misura. Ovviamente, più un titolo è solido più questa componente cede il posto a considerazioni di tipo finanziario, che arrivano a prevalere definitivamente nel caso delle obbligazioni di grandi società calcistiche – non fosse altro per il taglio minimo di alcuni prestiti. Il mercato delle obbligazioni di società calcistiche è più assimilabile, per opacità e volatilità del business, nonché per solidità finanziaria, a quello delle emissioni a rating speculativo. È difficile generalizzare perché spesso l’affidabilità dipende strettamente dalla solidità finanziaria degli azionisti di riferimento, che non sempre hanno quale priorità la redditività dell’investimento. Per quanto riguarda la tipologia del kick-bond, la componente emotiva legata al tifo diventa invece preponderante nella scelta dell’investimento: chi altro se non un tifoso particolarmente attivo potrebbe sottoscrivere un bond che ripaga in gran parte in crediti spendibili in partite e merchandising? Nel caso di una remunerazione legata alla performance della squadra o del player ci troviamo, a mio modo di vedere, nel campo delle scommesse».