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Small Cap con valori a sconto e mesi sprecati

Gli indici della Borsa di Milano continuano a salire da inizio anno (in media nell’ordine del 20%), una situazione solo parzialmente sfruttata dagli investitori in Pir.

Per Paolo Rizzo, director e fund manager partner di Anthilia Capital Partners, «è difficile fare valutazioni fondamentali complessive sul mondo investibile dai Pir, l’analisi deve essere fatta sulla singola società. In generale comunque il Ftse Mib ha un price/earning (prezzo-utili) prospettico di 12 e l’indice delle Mid cap intorno a 14. Sono ambedue meno cari rispetto alla media mondiale. Nella scelta dei singoli titoli noi andiamo a guardare aziende ben orientate all’export, che noi chiamiamo multinazionali tascabili, che hanno tassi di crescita sopra la media e sono sottovalutate al listino. Ci sono diversi casi interessanti a Piazza Affari». L’esperto ritiene che serva un nuovo sforzo per potenziare le risorse verso le aziende a minore capitalizzazione. «Osserviamo – conclude Rizzo – una sempre maggiore discrasia tra quello che era l’obiettivo dei Pir, finalizzato a far crescere le piccole e medie imprese e la realtà dei fatti. Oggi solo il 21% del patrimonio gestito dai fondi Pir deve essere investito fuori dal Ftse Mib, ma a Piazza Affari ben 70% delle 340 società quotate capitalizza meno di 500 milioni e quindi rientrano tra le mid e small cap. Servirebbe che i Pir destinassero tutte le loro risorse a quest’ultimo segmento».

Small cap con valori di sconto e mesi sprecati
Il Sole 24 Ore | 20 Apr 2019