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Come spingere l’Italia (con lo sconto sulle tasse)

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L’azienda Italia ha bisogno di più investimenti. Non solo pubblici. E il mercato inizia a offrire anche agli investitori privati più «agguerriti» la possibilità di irrobustire le piccole medie imprese. «L’emergenza sanitaria ha avuto un pesante riflesso anche sulle valutazioni delle imprese che sono tornate a peggiorare, seppur lievemente, negli ultimi mesi del 2020, con particolare intensità in alcuni comparti del settore dei servizi, dove opera un elevato numero di aziende con limitate capacità di far fronte agli choc». Parola di Ignazio Visco, il numero uno di Banca d’Italia, intervenendo al 27esimo Congresso di Assiom Forex.

La ripresa dei consumi, comunque, sarà lenta, perché graduale sarà il superamento dell’incertezza che ha spinto le famiglie ad accumulare liquidità sui conti correnti. Per una decisa ripresa dell’economia, secondo il Governatore di Banca d’Italia, sono dunque indispensabili consistenti investimenti pubblici.

L’alternativa

Si auspica, quindi, una rapida attuazione degli interventi ancora in corso di definizione nell’ambito del programma Next Generation EU. Ma non solo. Poiché il sottodimensionamento del mercato azionario, rispetto a quello delle altre maggiori economie, deriva dalla ridotta dimensione media delle imprese e dalla storica bassa propensione alla quotazione, occorre sostenere le pmi, che sono l’ossatura del nostro sistema economico, con nuove forme di finanziamento.

Ad esempio, ampliando l’offerta dei nuovi prodotti di risparmio (Pir tradizionali e Pir alternativi) che investono nell’economia reale, pensati per convogliare sulle pmi la consistente massa di liquidità che giace sui conti correnti. L’appello viene anche da Aipb (Associazione italiana private banking): in cambio di agevolazioni fiscali sono interessati ad investire in economia reale ben il 65% degli investitori private. Si parla di oltre 660 mila famiglie, a cui fanno capo patrimoni finanziari superiore al mezzo milione di euro per un totale di 1.150 miliardi. Si tratta di investitori con un profilo di rischio medio-alto e disponibili a restare investiti per tempi più lunghi.

A loro soprattutto sono rivolti i Pir alternativi di ultima generazione, realizzati nella modalità Eltif (European Long Term Investment Funds), introdotti nel decreto Rilancio del 2020, che possono essere realizzati tramite l’investimento in Fia alternativi e in Eltif (European Long Term Investment Funds), previsti dal Regolamento dell’Unione europea 2015/760. Questi ultimi sono fondi chiusi che investono in asset illiquidi, richiedono un fermo del capitale mediamente dai sei ai dieci anni e una soglia di ingresso a partire da diecimila euro.

Pir ordinari e Pir alternativi, beneficiano di agevolazioni fiscali che consistono nell’esenzione dalla tassazione dei redditi di natura finanziaria e dalle imposte di successione. Per gli investimenti delle persone fisiche nei Pir alternativi (Fia alternativi ed Eltif) effettuati nel 2021 si aggiunge un credito d’imposta del 20% pari alle perdite realizzate sugli investimenti detenuti per 5 anni.

 

Come spingere l'Italia
L'Economia | 01 Mar 2021