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Trump torna a minacciare l’Europa

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Dopo un lungo periodo di tranquillità riguardo ai dazi sulle importazioni europee, il Presidente US rompe il silenzio da Davos e torna a minacciare di imporre nuove tariffe sulle auto europee.

Lo scorso 13 dicembre era già scaduta una prima proroga di 180 giorni dopo la quale era prevista l’imposizione di nuovi dazi. Da allora il silenzio, tanto che in molti avevano iniziato a pensare ad un cambiamento radicale della politica di Trump in vista dell’appuntamento elettorale di fine anno. In realtà, da metà novembre scorso in poi, l’Amministrazione US ha concentrato tutte le sue attenzioni sui negoziati commerciali con la Cina, per raggiungere, a inizio 2020, il tanto atteso accordo “phase 1”. Ed ecco che, archiviata la questione Cina, il Presidente US potrebbe ora seriamente tornare all’attacco dell’Europa, l’altro partner commerciale che in passato ha più volte accusato di avere addirittura “barriere commerciali peggiori della Cina”.

Ieri a Davos, durante un’intervista al Wall Street Journal, il presidente americano ha affermato di essere “assolutamente serio” parlando di eventuali dazi sulle auto europee qualora non si dovesse raggiungere un accordo commerciale equo entro le presidenziali US. A rincarare la dose ci ha poi pensato il Segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, accusando la digital tax che diversi Paesi europei hanno recentemente imposto o si apprestano ad approvare. Il Segretario Mnuchin, solo un giorno dopo l’accordo di tregua tra Trump e Macron, ha minacciato contromisure sulle auto europee in risposta alla digital tax.

È lecito aspettarsi che il 2020 sarà un anno all’insegna dello scontro tra USA ed Europa o l’imminenza delle presidenziali US terrà a freno Trump e la sua amministrazione?